[di Renato Galetto]
L’Associazione AMA, in collaborazione con l’Associazione “Scintille”, ha organizzato, per i suoi facilitatori, un corso on line sulla comunicazione non violenta; sono stati cinque incontri a cadenza settimanale condotti da Gianpaolo Robutti e Maria Miglio.
Ogni incontro, per rafforzare quanto spiegato, si concludeva con un esercizio pratico.
L’aspetto chiave emerso è che il nostro modo di comunicare è intriso di giudizi, critiche, interpretazioni sugli altri. Questa modalità di comunicazione esprime i nostri bisogni in modo distorto e non favorisce la costruzione di relazioni empatiche poiché gli altri si sentono criticati e investono le loro energie nell’autodifesa o nel contrattacco.
L’intento della CNV è quello di guidare le persone nel loro modo di esprimersi e ascoltare portando la loro attenzione su:
- Che cosa osserviamo – è necessario osservare una situazione senza fare valutazioni; le osservazioni è importante che siano il più possibile circostanziate;
- Che cosa sentiamo – esprimere i nostri sentimenti ci rende più vulnerabili ma ci aiuta a entrare in contatto empatico con gli altri;
- I nostri bisogni – dietro i nostri sentimenti i sono sempre i nostri bisogni. Ciò che gli altri dicono o fanno può essere lo stimolo ma mai la causa dei nostri sentimenti. Tanto più riusciamo a collegare i nostri sentimenti con i nostri bisogni tanto più risulta facile stimolare l’empatia negli altri.
- Che cosa chiediamo – è importante formulare delle richieste in modo chiaro non ambiguo e non devono avere il carattere di una pretesa. Avendo poi bisogno di capire se il nostro messaggio è stato recepito nel suo giusto contenuto possiamo riformularlo, chiedere un feedback.
Uno degli incontri è stato dedicato all’espressione della nostra rabbia. Questa sovente si esprime in modo superficiale incolpando gli altri. Se vogliamo dare pienezza alla nostra rabbia dobbiamo sollevare le altre persone dalla responsabilità di averla prodotta. È invece importante essere consapevoli dei propri sentimenti e dei propri bisogni; esprimendoli è più facile avere dagli altri una risposta positiva.
Infine nell’ultimo incontro si è affrontato il tema della mediazione nei conflitti.
Il primo obbiettivo è creare una connessione umana fra le parti in conflitto per permettere a ciascuna l’opportunità di esprimere i propri bisogni. È fondamentale che ciascuna parte sia disponibile ad ascoltare i reciproci bisogni; in questo modo sarà possibile proporre delle azioni positive per soddisfarli.
L’esperienza di lavoro nei gruppi ama mi ha portato a riflettere sul fatto che Marshall Rosemberg, creatore del metodo della comunicazione non violenta, è riuscito a dare sistematicità e metodo ad elementi e caratteristiche che troviamo nei gruppi di auto mutuo aiuto sin dalla loro nascita. Nei gruppi è importante che tutti collaborino per creare un clima empatico.
A tal fine vengono facilitati alcuni comportamenti:
Ascoltare – l’ascolto attivo favorisce la comunicazione e le interazioni fra i partecipanti.
Sospendere il proprio giudizio – Chi giudica non vuole guardarsi dentro e chi si sente giudicato o si chiude a riccio o attacca a sua volta.
Parlare di sé – È richiesto di parlare in prima persona della propria esperienza, delle proprie emozioni e dei propri bisogni.
Affrontare i conflitti – È importante che i conflitti siano costruttivi per cui non vanno nascosti o soffocati ma ricondotti e discussi nel gruppo.
Essere protagonisti – ogni componente del gruppo è stimolato perché si prenda la responsabilità del proprio cambiamento e benessere.
Il corso è sicuramente stato utile e stimolante. Ci darà modo di porre più attenzione ad alcuni aspetti fondamentali evidenziati nel corso: l’ascolto empatico, il parlare di sé e dei propri bisogni, riflettere per modificare un atteggiamento frequente: esprimere giudizi e valutazioni.